OMOFOBIA | COPPIA DI RAGAZZE INTIMIDITA IN SPIAGGIA
Domenica 30 giugno, una donna sulla quarantina ha intimato a due ragazze intente a scattarsi selfie romantici di smetterla e allontanarsi immediatamente, data la presenza di bambini.
I fatti sono avvenuti nel tratto di spiaggia libera di Fosso Sejore tra Pesaro e Fano, per l’esattezza all’altezza del Campeggio Marinella. La donna era al mare con la sua famiglia, una signora e un uomo, forse il marito, una adolescente e tre bambini sotto i dieci anni. I fatti sono stati denunciati al numero verde Gay Help Line 800 713 713 a supporto delle vittime di omobitransfobia che ogni anno riceve oltre 21.000 segnalazioni.
Per tutto il pomeriggio la donna ha continuato a parlare ad alta voce e additare le due ragazze, vicine di ombrellone, disturbando gli altri avventori della spiaggia. Ma ha riversato il suo odio sulla coppia solo quando la spiaggia si è svuotata, potendo contare così sull’assenza di testimoni. Al tramonto le due ragazze si erano trattenute per scattarsi dei selfie: si stavano abbracciando quando la donna ha attirato la loro attenzione chiedendo loro “la cortesia” di smetterla perché i bambini guardavano e ridevano, a nulla sono valse le richieste di rispetto avanzate dalle ragazze e nessuno dei presenti è intervenuto in difesa delle ragazze.
“Quando la signora si è avvicinata non pensavamo potesse riversarci addosso tanta rabbia e indignazione: non stavamo facendo nulla che potesse motivare la sua riprovazione. Stavamo vivendo il tramonto insieme, come qualsiasi altra coppia. Lì per lì abbiamo risposto a tono, mostrando indifferenza, ma siamo rimaste molto male, siamo ferite e deluse. È assurdo che nel 2024 ancora accadano episodi come questo: se al nostro posto ci fosse stata una coppia etero questo non sarebbe accaduto. Non cambieremo spiaggia per persone come questa signora, noi continueremo ad andare lì” – dichiarano le ragazze che hanno contattato il servizio Gay Help Line 800 713 713 per sapere come tutelarsi in caso ricapiti un episodio simile.
“In situazioni come queste è il pregiudizio a imporsi e per le persone lesbiche, gay, bisex e trans*, diventa un rischio anche solo mostrarsi, manifestare i propri legami in pubblico – dichiara Alessandra Rossi, coordinatrice Gay Help Line, contact center nazionale contro l’omotransfobia 800713713 – alla base della piramide dell’odio c’è l’intolleranza: ogni volta che comportamenti come quelli della signora vengono legittimati, si rafforza il sentimento di rifiuto che porta alla violenza. Giugno è il mese del Pride, il mese in cui la visibilità delle persone lgbtqia+ diventa uno strumento di lotta per i propri diritti: proprio negli ultimi giorni si sono moltiplicate le segnalazioni di aggressioni omobitransfobiche, come quella delle due ragazze picchiate durante il Pride di Napoli, o di discriminazioni in luoghi pubblici, l’ultima delle quali raccolta sempre da Gay Help Line e avvenuta in un ristorante di Ancona, in cui una ragazza si è sentita dare ad alta voce della “brutta lesbica” dopo un confronto con il gestore. Per questo è importante anche lavorare per azioni di sensibilizzazione, oltre la necessità di una legge contro l’omobistransfobia”
Il servizio di Gay Help Line 800 713 713 ha il sostegno di UNAR – Presidenza del Consiglio, Regione Lazio, Comune di Roma, dei fondi 8×1000 dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai e Chiesa Valdese.